VITICOLTORI GREVE IN CHIANTI – 01 settembre 2022

Alessandro Masnaghetti, presenta Viticoltori Greve in Chianti con una masterclass presso L’Enoteca Falorni (Greve in Chianti) introducendo vari aspetti di un territorio unico. Prima di tutto di seguito vi indico i soci viticoltori (la divisione è per sottozone all’interno del Comune di Greve in Chianti) e due cartine:

CARTINA 1 – le 11 UGA del Chianti Classico con evidenziate le UGA: Greve, Montefioralle, Panzano, Lamole.

CARTINA 2– dettaglio delle UGA: Greve, Montefioralle, Panzano, Lamole con posizionamento aziende Viticoltori Greve in Chianti.


LE AZIENDE DI VITICOLTORI GREVE IN CHIANTI :

STRADA : (STRADA IN CHIANTI)

Fattoria La Presura, Ottomani, Torraccia Di Presura.

CHIOCCHIO

Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute.

GRETI: 

Castello Vicchiomaggio, Corte di Valle, Fattoria Santo Stefano, Montecalvi, Terreno.

MONTEFIORALLE:

Altiero, Castello di Verrazzano, Conti Capponi(Villa Calcinaia), Leonardo Manetti, Montefioralle, Pieve di San Cresci, Terre di Baccio, Viticcio.

DESTRAGREVE:

Podere Campriano, Querciabella, Richiari Porciglia, Savignola Paolina, Terre di Melazzano, Vignamaggio.

DUDDA E LUCOLENA:

Antico Borgo di Sugame, Carpineto, Castello di Querceto.

PANZANO:

Ca’ di Pesa.

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Cartina 1 : le 11 uga. Vi ho indicato con le frecce verdi le UGA: Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano che ci interessano.

Cartina 2 : le UGA Greve, Montefioralle, Panzano e Lamole con il posizionamento delle cantine dei VITICOLTORI IN CHIANTI e rispettive sottozone.

LE UGA:

Dal presupposto di rafforzare e valorizzare l’identità di un vino e del suo territorio nasce il progetto di una suddivisione del Chianti Classico, in aree più delimitate per arrivare ad indicare in etichetta il nome del borgo/villaggio. Le 11 UGA al momento, riguardano solo la Gran Selezione per la quale la % minima di Sangiovese passa dall’80% al 90% con l’unione di soli vitigni a bacca rossa autoctoni e non internazionali.

Cosa significa Chianti Classico Gran Selezione(due le tipologie: “Annata e Riserva”) :comprende quei Chianti Classico integralmente prodotti in azienda che quindi non vedranno alcuna percentuale di uve o vini prodotti da altre cantine.

Questa Categoria potrà essere immessa sul mercato solo dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui 3 di affinamento in bottiglia. Idem per la “Riserva” il cui periodo di invecchiamento, resta comunque di due anni (un anno per l’annata).

Il Professor Masnaghetti in apertura ci fornisce alcuni dati tecnici:

SUPERFICIE TOTALE CHIANTI CLASSICO: 75,000 ettari di cui 9.800 vitati e 6.800 destinati alla produzione di Chianti Classico.  La maggior parte di superficie del CC è destinato a boschi (60%), gli ettari vitati occupano il 10%. L’aspetto geologico è molto importante ma non è l’unico punto focale per la produzione vitivinicola: microclima, esposizione, altitudine ( fattori naturali), uniti al fattore umano ( stile, scelta del sistema di allevamento, scelta dei cloni ecc..) contribuiscono in maniera fondamentale.

Le altitudini del Chianti Classico variano tra i 200 e 890 metri; 700 mt slm è l’altitudine massima per la viticoltura. (il Monte più alto della denominazione  è San Michele 892 metri ed è sempre visibile) . In campo vitivinicolo l’interesse è volto al suolo (non al sottosuolo anche se ovviamente tra i due c’è sempre un legame)  dove si sviluppano l’80% delle radici. Il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre che varia a seconda del clima e, come ho gia scritto, degli interventi umani. Due la grandi categorie di suoli nel CC: formazioni geologiche di origine marina e di origine continentale.

Sentirete parlare di : Macigno,  Alberese, Pietraforte (FORMAZIONE MARINA) . La  presenza di Macigno (arenaria non calcarea di facile sfaldamento) per esempio, dona vini eleganti, meno strutturati e di colore meno intenso. Pietraforte (arenaria calcarea costituita da roccia più dura, usata anche in campo edilizio) ci regalerà vini più strutturati e dal colore intenso. Terrazze fluviali, depositi lacustri (FORMAZIONE CONTINENTALE) e infine il  famoso Galestro, che non è una formazione geologica, ma un’argillite (scaglie di argilla che possono essere di colore grigio, ocra, viola..)

L’esposizione, altro fattore importante: L ‘esposizione a  NORD e ad EST è tendenzialmente più fresca, (vini con acidità superiore, frutto croccante) rispetto all”OVEST, ma la zona più calda non è il SUD come si può pensare, ma il SUD OVEST. Nota rilevante è la giacitura sulla collina, perchè se di fronte al  lato vitato c’è una collina, (e qui non è raro) le parti più basse si troveranno nel cono d’ombra della collina al tramonto, quindi in posizione fresca.

Senza andare nello specifico ed in termini troppo didattici (Quello lo lascio fare al grande esperto Alessandro Masnaghetti con l’imminente uscita del suo nuovo libro “L’ATLANTE DEL CHIANTI CLASSICO”) : troveremo più acidità, frutto croccante ed eleganza in presenza di arenaria non calcarea e in zone più fresche, meno esposte.

Al contrario, vini più strutturati, più intensi con arenaria calcarea e esposizione a sud- ovest. Così come suolo argilloso=vini piu’ corposi, suolo sabbioso=vini più eleganti con meno estrazione di colore.

Mi ha sempre affascinato lo studio della geologia in campo vitivinicolo, anche se sono molto d’accordo con il Professore: andiamo oltre il classico binomio terreno=vino, c’è molto altro.

La degustazione dei vini:

OTTOMANI CHIANTI CLASSICO 2020 : (SOTTOZONA STRADA) Rosso rubino abbastanza intenso. Note di cappero e oliva predominano sulla prugna matura. Sentore di cuoio, nota affumicata. Sorso abbastanza fresco, media persistenza.

NOZZOLE CHIANTI CLASSICO 2020, AMBROGIO E GIOVANNI FOLONARI TENUTE (SOTTOZONA CHIOCCHIO): Rosso rubino abbastanza intenso. Prugna matura, ciliegia marasca, nota di rosmarino. Tannini ben integrati, buona freschezza e persistenza.

FATTORIA SANTO STEFANO CHIANTI CLASSICO 2019 (SOTTOZZONA GRETI): Rosso rubino. Viola, mora matura, alloro e spezia dolce. Sorso succoso, richiama la frutta. Bella freschezza e gradevole nota sapida sul finale.

CONTI CAPPONI VILLA CALCINAIA CHIANTI CLASSICO 2019 (SOTTOZONA MONTEFIORALLE): Rosso rubino. Anice stellato, pepe, foglia di tabacco dolce che predomina sul frutto rosso (amarena e ribes rossi). Sorso elegante, fresco, lungo il finale.

TERRE DI MELAZZANO “CHIANDRE'” CHIANTI CLASSICO BIOLOGICO 2020 (SOTTOZONA DESTRAGREVE): Rosso rubino con lievi riflessi granato. Fragola, lampone, note di china e incenso. Sorso fine, tannini esili, corpo medio, persistenza media.

CASTELLO DI QUERCETO CHIANTI CLASSICO 2020 (SOTTOZONA DUDDA E LUCOLENA): Rosso rubino non troppo intenso. Mirtillo, lampone e arancia sanguinella. Netta la nota balsamica. Sorso elegante, fresco, trama tannica fine, buona persistenza.

BURRONE CA’DI PESA CHIANTI CLASSICO 2018 (SOTTOZONA PANZANO): Rosso rubino con tenui venature granato. Frutta matura: mora e prugna. Leggera spezia sul finale (chiodi di garofano).  Sorso equilibrato, elegante, tannini di velluto.

Un ottimo approfondimento del territorio, degustazione improntata sulla diversità di stili e zone. La giornata si è conclusa con un aperitivo ed una  bellissima cena nella suggestiva piazza Matteotti di Greve,  accompagnata da 28 etichette di Chianti Classico in degustazione a scelta.

Grazie a Victoria Matta, portavoce dei Viticoltori Greve in Chianti per l’invito e all’azienda Vignamaggio per l’ospitalità.

Simona Geri – The WINESETTER  .

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