Parola d’Ordine : SASSICAIA – (Cabernet Sauvignon 85% – cabernet Franc 15%) – Affinamento 24 mesi in Barriques di rovere francese ( le Taransaud che sono tra le migliori al mondo), cui segue un ulteriore affinamento di 6 mesi in bottiglia. Produzione: circa 200 mila bottiglie l’anno. Prima annata 1968.
Ebbene sì, proprio lui : PRINCIPE SASSICAIA
Osannato da molti, non compreso da tanti e ci puo’ stare.
Ma io non capisco una cosa, molto comune nel popolo italiano: la 2016 ha preso 100/100 da Robert Parker e la 2015 è stato premiato come miglior vino al mondo da Wine Spectator.
E invece di essere felici del fatto che ha vinto un’eccellenza ITALIANA, ancora una volta ho sentito commenti molto stupidi :”ed è solo l’etichetta”,”e sembra che esista solo quel vino lì”, “le vigne vicino a Sassicaia, danno lo stesso vino ma costa un terzo”, “se la tirano troppo”…bla, bla.
Ognuno ha i propri gusti, ma perché invece di gioire, riusciamo sempre a tirare fuori quella punta di cattiveria gratuita?
E non mi metto a parlare di cosa significhi per l’Italia a livello economico un risultato del genere, discorso troppo lungo.
Detto questo io ho degustato entrambe.
La 2016 vince in eleganza, è proprio Lui :con le sue note balsamiche, erbe mediterranee, mirtillo ,corbezzolo. Di rara raffinatezza, già perfetto oggi .
Non oso pensare fra 10 anni. Si spera in una seconda 1985.
Detto ciò, preciso per chi me lo ha chiesto che Tenuta San Guido non è’ aperta al pubblico ormai da qualche anno.
Giusto per far capire, parliamo un attimo delle vigne di Tenuta San Guido tanto la storia la trovate su centinaia di siti e blog in internet. Totale ettari vitati 90 ( in prevalenza Cabernet Sauvignon, poi Cabernet Franc, Merlot e Sangiovese), suddivisi in due zone diverse: una parte in collina, altitudine da 200 a 300 metri slm nella zona centrale della tenuta, gli altri sono a 80 metri slm. I vigneti in zone così diverse, sono importanti per la complessità e il bagaglio aromatico del vino. Di recente uno studio dell’università di Pisa ha confermato l’assoluta unicità di questi vigneti per tipologia di terreno, rispetto alle aree circostanti. L’allevamento è a cordone speronato e la produzione è di circa 55-60 quintali per ettaro. I vini prodotti sono tre : SASSICAIA, GUIDALBERTO e LE DIFESE .
Oggi, l’agronomo Nicola Politi, crede fermamente nel rispetto del terreno e le tecniche utilizzate nei vigneti sono: l’inerbimento permanente dove possibile, l’alternanza delle lavorazioni, semine diverse per il sovescio e l’aumento della biodiversità. Ad oggi esistono ancora impianti del 1963 e del 1970 che ovviamente hanno rese basse ma sono importanti per l’elevata qualità delle uve.
Sassicaia è il primo vino italiano, di una determinata cantina, che ha una sua DOC, (DOC proprietaria) infatti la denominazione BOLGHERI SASSICAIA DOC , spetta solo alla Tenuta San Guido della famiglia Incisa della Rocchetta.
Nell’arco degli anni ho avuto la fortuna di bere tantissime annate di Sassicaia, compresa la mitica 1985, ma, visitare Tenuta San Guido e vedere dove riposa è stato un sogno che si è avverato. Un vino che ha cambiato la storia del vino italiano, un mito conosciuto in tutto il mondo che deve tanto alla consulenza del grande Giacomo Tachis, enologo della famiglia Antinori. Ma la nascita del mito è tutto merito di Mario Incisa della Rocchetta ( scomparso nel 1983) appassionato di purosangue ( ricordate il famoso campione Ribot? Era di proprietà della famiglia), primo presidente del WWF e ideatore della prima Oasi Naturalistica in Italia. Quindi a tutti coloro i quali criticano Sassicaia, consiglio di pensare a quando scritto sopra e di inchinarsi davanti al Principe…
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Simona Geri – The Winesetter – IG : simonagsommelier.ais