TENUTA BISERNO – LODOVICO ANTINORI. Bibbona – LI –

La famiglia Antinori credo non abbia bisogno di presentazioni : 600 anni e 26 generazioni nel mondo vitvinicolo.

Il Marchese Lodovino Antinori è il padre di Ornellaia e Masseto fondata nel 1981 che dopo aver portato sul podio nel punto più alto questi due nomi, ha deciso di scommettere sul Territorio di Bibbona nel 1995. Le sue parole “Qui i vigneti di Bibbona e Bolgheri si incontrano, ricordando quelli di Saint-Emilion e Pomerol”

Ornellaia è stata acquisita agli inizi del 2000 da Robert Mondavi cedendone il 50% ai Marchesi de’ Frescobaldi che nel 2003 diventeranno proprietari del 100%.

Biserno ha circa 60 ettari (Vigna Bellaria) che per la parte meridionale appartiene a Bogheri, mentre la parte settentrionale a Biserno. Qui si trova il vigneto Lodovico di 6 ettari coltivato a Cabernet Franc.

Una parte di Biserno ha anche un’altra tenuta : “Campo di Sasso” costituita da tre vigneti coltivati principalmente a Syrah ( da qui nasce il rosato “SOF”).

Tenuta Biserno produce 4 vini : “Insoglio del Cinghiale”, “Il Pino di Biserno”, “Biserno” e “Lodovico”

Io ho avuto l’onore di essere invitata dal Marchese Lodovico Antinori per degustare prima 5 annate di BISERNO ( 2008,2010,2011,2013,2015) e successivamente 7 annate di Lodovico.

Biserno è’ un blend di : Cabernet franc, Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot. Le percentuali variano a seconda delle annate. L’affinamento va dai 15 ai 16 mesi in barriques di rovere francese in parte usate e i parte nuove. Ulteriori 12 mesi in bottiglia. Un vino molto elegante, ed ogni annata si è rivelata diversa ma con un denominatore comune:struttura e finezza.

Si presentavano tutti di un rosso Rubino profondo, solo la 2008 con lievi riflessi granato. Al naso ogni annata sprigiona il frutto a bacca nera maturo, la liquirizia e la nota balsamica. Molto equilibrati al palato ,morbidi, di gran corpo e una gran persistenza.

La 2008 complessa, più stava nel bicchiere, più tirava fuori i Sentori terziari, due su tutti:polvere di cacao e caffè tostato.

Nella 2011 il sentore  era invece di caffè appena macinato.

La 2010 mi ha rievocato più la liquirizia, mentre nella 2013 erano esaltati i sentori balsamici e di erbe mediterranee.

La 2015 ,giovane, credo che avrà una grande evoluzione e fra qualche anno sarà una delle migliori.Tanto frutto ma terziario in spezie molto dolci, già presente.

Il gentilissimo Niccolo’ Finizzola, Direttore Marketing e ospitalità, mi ha accompagnato nella degustazione.

Qualche mese dopo, invece, ho avuto il grande onore di eseguire la degustazione di Lodovico al cospetto del Marchese Lodovico Antinori in persona. La parte emozionale prevale, potermi relazionare con uno dei  personaggi che ha scritto la storia del mondo vitivinicolo, è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Abbiamo parlato per tre ore che sono volate, ci siamo relazionati e lui ascoltava me che non sono nessuno. Scrivendo queste righe mi vengono di nuovo i brividi.

Ma veniamo alla verticale di Lodovico. Questo Supertuscan esiste in 7 annate, il Marchese Lodovico ha escluso la 2008.

Vigne impiantate nel 2002, 6 ettari, prima annata 2007 e a seguire 2011, 2013, 2015, 2016. Le percentuali del blend le conoscono solo l’enologa e il Marchese. Non guardate schede tecniche in giro per il web perché non sono veritiere. La percentuale maggiore e’ sempre il Cabernet F. insieme ad una piccola di Petit Verdot. In 3 annate c’è anche una minima parte di Merlot .Le avreste riconosciute immediatamente anche voi dal colore: dove e’ presente il Merlot,e’ più intenso. Lodovico fa 14-16 mesi di affinamento in Barriques di rovere francese e 12 mesi in bottiglia. Le Bottiglie sono state aperte alle 9.00 di mattina, decantate e poi messe di nuovo in bottiglia in una cella con temperatura 16 gradi, in modo che uscite avrebbero raggiunto a breve i 19 gradi.

2007 prima annata, l’avevo degustata 2 anni fa. Le vigne giovani, il frutto c’è ma è un po’ stanco. Molto terziario.Oggi e’ al suo massimo, non può dare di più, secondo me.

2011:altra storia, frutto nero ben maturo, nota balsamica, gran freschezza e equilibrio. 

2012: eccolo e lui: il Cabernet Franc in tutta la sua potenza. Mora, liquirizia, cuoio. Sentori di torrefazione. Spalla acida da brividi e persistenza lunghissima.

2013 : timido al naso, sorprende il palato con il frutto a bacca nera e rossa, le note balsamiche e di sottobosco. Molto fine.

2015: Profumi più intensi di frutto, meno nota terziaria, solo una leggera nota di incenso sul finale. Sorso pieno, succoso, tannini setosi.

2016: la perfezione: Mettete tutte le note sopra e aggiungete la voluttuosità e l’eleganza.

La mia preferita? La 2012 di cui sono stata gentilmente omaggiata di una bottiglia. Vi chiederete perché non ho scelto la 2016 visto che l’ho definita perfezione:se fossi stata solo una winelover avrei sicuramente scelto la 2016, da “addetta ai lavori”, 2012 tutta la vita. Secondo me, molti di voi hanno capito il motivo…

Credo che una giornata così me la ricorderò per tutta la vita.

Calici su….

Simona Geri – The Winesetter

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