L’azienda di Antonio Camillo si trova a Manciano, Maremma Toscana. La conoscevo da tempo, soprattutto per il Morellino visto che lo scorso anno era tra i vini in giuria per il premio Vannuccio Vannuccini.
Camillo sulla nostra Costa Toscana è conosciuto per il suo ciliegiolo, da noi è proprio chiamato “Il Re del Ciliegiolo”, ma quando glielo dici sorride, la sua umiltà è così tanta da non rendersi conto di questo “titolo”.
25 anni nel mondo del vino, collaborando con aziende di spicco del territorio. Nel 2006 realizza il suo sogno : avere un’Azienda propria e rivalutare i vitigni autoctoni. In vigna ogni tipo di intervento che possa recare stress alla pianta è ridotto al minimo. Vengono utilizzati solo rame e zolfo, quasi inesistenti le potature verdi a favore dell’accapannatura. In cantina utilizza quasi esclusivamente cemento e il legno per l’affinamento.





Io mi sono innamorata del suo Procanico poco tempo fa, ed oggi abbiamo degustato la 2015-2016-2017. Vigne di circa 65 anni di età, che si trovano nella zona di Pitigliano. Nel 2015 ( prima annata) si chiamava Toscana Bianco. Il Procanico viene chiamato anche Trebbiano Rosa e come genetica è uguale al Trebbiano, solo il grappolo è più piccolo e produce meno. Ha sentori più vegetali e aromatici. La fermentazione alcolica è svolta in cemento senza solforosa, lieviti indigeni. Macerazione sulle bucce per 15 gg a 22/24 gradi. Affinamento in cemento sulle fecce. Nel mese di giugno viene travasato e poi sta di nuovo sulle fecce fino a dicembre. Detto ciò, questo è un vino che non va degusatato freddo, anzi 14-15 gradi. Le annate sono abbastanza simili, il colore è giallo ambra tendente all’arancio. Profumi di camomilla setacciata, infusi di erbe officinali, leggera propoli sul finale. nota sulfurea molto presente. Al palato è grintoso e succoso. Un vino a tratti rustico, antico chi ti fa pensare alla cose di una volta, chiudi gli occhi e ti catapulta nel passato. La nota sulfurea scompare e lascia spazio agli altri sentori percepiti, con un’aggiunta di arance amare in confettura. Bell’acidità, gran corpo e finale molto lungo.

I Ciliegioli prodotti invece sono due: uno ha l’etichetta rossa , Principio Toscana IGT, proviene da vigne che si trovano tra Manciano e Capalbio; altitudine da 200 a 400 mt s.l.m., vinificazione acciao con macerazione sulle bucce 12-15 gg, affinamento 6 mesi cemento, 3 bottiglia.
L’altro, Vigna Vallerana Alta, Maremma Toscana DOC, è frutto di uve provenienti da una sola vigna (circa un ettaro), metà piantata nel 1954, l’altra metà nel 1968.Si trova a 400 mt s.l.m..
A pranzo, insieme ad Antonio, abbiamo degustato :Vallerana Alta 2013, 2014, 2015, 2016. Vinificazione: cemento con macerazione sulle bucce per 30 giorni. Affinamento: botte da 15 ht 12 mesi, 3 mesi cemento, 3 mesi bottiglia.
Tutte le annate si presentavano di un bel rosso rubino intenso. Profumi di frutta matura a bacca rossa e nera, ma su tutti la ciliegia marasca. Nota balsamica presente.
Sorso succoso, tannini ben integrati ed eleganti, ottima freschezza. La 2013 l’ho trovata con tannini ” meno domati” e una persistenza leggermente più corta rispetto alle altre. La 2014 è stata la mia preferita, leggera fine scorrevole, nonostante l’annata “maledetta”. La 2015 più potente e anche più persistente. La 2016 era perfetta, nonostante fosse la più giovane. Equilibrata, con profumi anche di viola mammola. Grande annata che fra qualche anno darà ancora più soddisfazione.
E’ stato molto istruttivo parlare con un uomo così genuino e dedito al suo lavoro di rivalutare i nostri vitigni autoctoni. Anche oggi ho imparato qualcosa, come ogni volta che ho la fortuna di visitare realtà del genere.



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Simona Geri.
The Winesetter srls