LE MACIOCHE 2017 NUOVA ETICHETTA – FAMIGLIA COTARELLA
Degustazione on line della nuova annata 2017 per il Brunello Le Macioche che debutta con una nuova veste: per la prima volta compare il nuovo brand “Cotarella” ed è proprio l’annata 2017 ad essere la prima vendemmia firmata dalla casata umbra nell’azienda toscana.
Dal 2017 la cantina Le Macioche è entrata a fare parte della Famiglia Cotarella, l’azienda
fondata dai fratelli Renzo e Riccardo, guidata oggi dalle loro figlie: le “sorelle” Dominga, Marta ed Enrica Cotarella.
L’Azienda prende il proprio nome dalla macioca, che nel dialetto senese indica la radice del corbezzolo e che costituisce i boschi intorno alla Tenuta. La cantina è incassata nel terreno e la bottaia è a 2,5 m
sottoterra. Ci sono sistemi di aereazione naturale che prendono aria nel piazzale e dei camini nel tetto.
La temperatura tra l’estate e l’inverno sbalza di un paio di gradi, è di 16-18°C.
Di recente è stato avviato un intervento della cantina che prevede la realizzazione di spazi adeguati e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Il cantiere sarà chiuso in estate così da poter fare la vendemmia dell’anno in corso, la 2022, nella nuova struttura.
Il podere si estende su una superficie complessiva di circa 6 ettari, di cui 3 classificati a Brunello, e si
suddivide in quattro piccoli corpi di vigneto concentrati nell’areale di Sant’Antimo, quadrante meridionale di Montalcino. Sesto di impianto: 3.500 piante per ettaro.
Le viti sono state impiantate nei primi anni ’80, si trovano a 450 mt S.l.M con esposizione da Sud Est a Sud Ovest; I terreni sono composti da una buona quantità di argilla, e sono ricchissimi in scheletro per la presenza di rocce di galestro. Questo fa in modo che si vengano a creare le giuste condizioni per favorire il drenaggio, quindi grande capacità del terreno di trattenere acqua, elemento importante soprattutto in annate calde. Il vigneto è stato spietrato fino a una profondità di 1-1,5 mt.
In merito all’etichetta Enrica Cotarella ci spiega :
“Abbiamo aspettato la nostra prima annata, la 2017, per poter comunicare anche attraverso
l’etichetta che quella sarebbe stata la prima vendemmia da noi interamente gestita sul territorio di
Montalcino. Motivo per cui abbiamo deciso di inserire un bollino con la scritta “prima vendemmia”, per
ricordare a noi stesse questo momento così importante” Il risultato è una font più aggraziata ma non troppo distante dalla precedente dove al logo si sovrappone la firma autografa del nonno
paterno Domenico Cotarella, colui da cui tutto è cominciato. Questo è un altro intreccio tra passato e
presente, è il concetto di “sovrapposizione” che dà il senso della continuità.”


SCHEDA TECNICA :
UVAGGIO :100% SANGIOVESE GROSSO – SISTEMA DI ALLEVAMENTO: GUYOT – RACCOLTA: MANUALE – PRODUZIONE PER ETTARO: 60 QUINTALI – ETA’ MEDIA VITI : OLTRE 25 ANNI – EPOCA VENDEMMIA: ULTIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE – AFFINAMENTO: 30 MESI IN BOTTI DA 30 HT DI ROVERE FRANCESE più 12 mesi in bottiglia.- TITOLO ALCOLOMETRICO: 14,5% VOL-
Veniamo ora alle mie impressioni per questa annata:
Si presenta di un rosso rubino non troppo intenso, con lievi riflessi granato.
Appena aperto mi rendo conto che ha bisogno di tempo per esprime al meglio il bouquet olfattivo. Il frutto a bacca rossa, nello specifico ciliegia non troppo matura si palesa dopo un’ora, preceduto da sentori di rosa rossa. Speziatura elegante e leggera: pepe rosa, caffè appena macinato. Nota balsamica sul finale.
Al palato si percepisce subito la grande freschezza, i tannini sono vibranti e leggermente polverosi ma non disturbano, anzi gli donano carattere.
Il vitigno è protagonista senza essere sovrastato dall’affinamento in legno (non amo i forti sentori di vaniglia, cannella ecc, molto stile anni 80). Concordo con il Dott. Cotarella e il Dott Pier Paolo Chiasso che lo hanno definito un vino dinamico.
Pura opinione personale: lo trovo contemporaneo e moderno rispetto proprio ai vini che negli anni ’80 piacevano così tanto al mercato americano: il frutto che risalta al primo sorso, la spezia leggera ed elegante, la vivacità nel sorso. Altro aggettivo che mi viene in mente durante la degustazione e’: TRIDIMENSIONALE perché avvolge il palato a 360 gradi con finezza, chiudendo con un finale lungo che rimanda al balsamico percepito anche all’olfatto.
Le Macioche Brunello di Montalcino DOCG 2017 è gradevole oggi e credo che donerà nel corso degli anni parecchie soddisfazioni.
Personalmente non amo tenere troppo i vini in cantina, l’ottimale ( ma purtroppo spesso troppo oneroso) sarebbe quello di comprare sempre una cassa della stessa annata ed ogni anno aprire una bottiglia per vedere l’evoluzione.
Ringrazio ancora la famiglia Cotarella per l’invito alla degustazione, con la speranza di poter visitare presto l’Azienda.
Simona Geri – The Winesetter srls –